Alla voce “trattamento acqua piscina” molte persone sono andati in panico tra coloro che sono in possesso di una piscina, dai dubbi sull’utilizzo del cloro a quelli sui più svariati prodotti chimici a alla regolazione del pH. Vediamo di fare un minimo di chiarezza insieme e riuscire a raccontare in maniera semplice ma soprattutto stabilire qualche punto fisso a riguardo, in modo che possiate vivere con più tranquillità il primo approccio alla vostra nuova piscina!
PER TRATTARE L' ACQUA DELLA PISCINA, DA DOVE COMINCIAMO?
Intanto avete riempito per le prima volta la vostra piscina. Vi sembra bella e limpida giusto? Vi raccomando di fargli una bella foto finché potete, perché da qui a poco, se non interverrete puntualmente per la pulizia e il trattamento dell’acqua, la qualità dell’acqua cadrà presto in picchiata, fino a restituirvi poco più di uno stagno dall’aspetto sgradevole!
1. L’ACQUA DELLA PISCINA È BUONA TANTO QUELLA CHE CI HAI MESSO DENTRO
Spesso si sottovaluta questo aspetto ma l’acqua che usiamo per riempire la piscina viene sempre da una fonte con determinate caratteristiche, magari l’acqua della vostra città è acida, scura, molto dura e calcarea o addirittura torbida a causa di innumerevoli particelle. Sfortunatamente, a meno che non abbiate intenzioni di importare qualche migliaio di litri d’acqua da un posto lontano, non ci sono molte soluzioni a questo fatto.
Un buon approccio potrebbe essere quello di informarsi con i dovuti test sull’acqua che state per immettere in piscina prima che questa venga immessa e poi testate l’acqua della piscina a profondità differenti, poiché le caratteristiche di sospensione potrebbero variare.
2. COME CONTROLLARE IL PH
Il primo vero e proprio approccio con la chimica del trattamento acqua piscina lo avrete con il controllo del pH, che è sempre il primo elemento da valutare, in quanto, dalla correttezza del suo livello dipende l’efficacia dei trattamenti successivi: se il pH è sbagliato i vostri interventi di disinfezione non funzioneranno.
Dal corretto livello del pH, dunque, dipende gran parte della chimica della piscina. Il corretto livello di pH cade in una stretta fascia di valori tra 7.4 e 7.6. Se siete così fortunati da avere già valori del pH stabili ( raro ma possibile ), allora non dovete fare niente. La maggior parte delle piscine, però, ha eccessi di alcalinità e necessita di un intervento con un riduttore di pH ( la necessità di alzare il pH è decisamente più rara ). Seguendo le istruzioni specifiche del prodotto bisogna aggiungerne all’acqua finché il pH non si è stabilizzato a livelli ottimali ( si dovrebbe tenere monitorato il livello per i 2 – 3 giorni seguenti per capirlo ).
3. LA DISINFEZIONE COL CLORO
Una volta sistemato il pH, si può passare al nucleo più importante del trattamento acqua piscina la disinfezione o sanificazione. Il prodotto in assoluto più utilizzato per svolgere questa funzione è, senza alcun dubbio il cloro. In parte perchè si presenta in forme molto comode all’uso ( pastiglie solide, polvere, cloro liquido ), in buona parte perché è economico e disponibile praticamente ovunque.
La prima cosa da fare è la cosiddetta clorazione shock o superclorazione o clorazione d’urto. Si tratta semplicemente di una disinfezione che utilizza concentrazioni di cloro molto più alte del normale ( circa il doppio di solito, 10-15 gr/m3. Questo trattamento è il “colpo iniziale” che porta la chimica della vostra piscina sui giusti binari da seguire. Durante la clorazione shock occorre anche mantenere attiva più a lungo del solito l’impianto di filtrazione ( in questo modo il trattamento si diffonde meglio ed evitare la balneazione ( di solito per 2 o 3 giorni, fin quando il valore del cloro libero è superiore a 1 ppm ).
4. DUREZZA E ALCALINITÀ DELL’ACQUA
Un passo ulteriore nella direzione della piscina perfetta è controllare la durezza dell’acqua e l’alcalinità.
L’alcalinità (TAC ) ha un legame stretto con il pH e al variare di uno, solitamente varia anche l’altro, è importante da controllare perché impatta fortemente sulla manutenzione dei filtri, delle pompe oltre che sul pH stesso. Può anche creare incrostazioni sul rivestimento della piscina. L’alcalinità è determinata da vari composti chimici presenti in acqua: anidride carbonica, carbonati, bicarbonati e idrati.
Un livello di alcalinità buono è compreso tra 80 e 125 ppm ( misurabile da buona parte dei test kit standard ). Ci sono vari prodotti in commercio per aumentare o abbassare l’alcalinità. Per elevarla, comunque, si può utilizzare anche un semplice bicarbonato di sodio.
Una durezza dell’ acqua troppo elevata è un fatto negativo che si può ripercuotere, ad esempio, su alcuni componenti interni della piscina come le guarnizioni, le bocchette e altri elementi che possano essere attaccati facilmente dal calcare.
5. UTILIZZARE L’ ALGHICIDA
Come ultima cosa, occorre mettere un po’ di alghicida. Tutti credono che l’ alghicida sia solo uno strumento di riparazione, da usare solo quando si vedono le alghe: questo però è un grosso errore. L’ alghicida preventivo va utilizzato anche e soprattutto come prevenzione per evitare l’insorgenza di alghe visibili. Se si si riscontrano problemi con la formazione delle alghe è consigliabile aggiungere l’ alghicida ogni settimana. In caso di acqua torbida anche dopo interi cicli di filtrazioni si può utilizzare un chiarificatore o altro.
CONTROLLI FINALI
Le due settimane successive a queste operazioni servono per controllare che tutto funzioni correttamente e quindi occorre testare i valori principali, come cloro e pH, molto di frequente con gli appositi test a gocce o pastiglie. Dopo questo periodo, si può essere più sicuri che il trattamento acqua piscina abbia fatto il suo effetto e che si possa procedere con una manutenzione standard dell’acqua.
Ora potete rilassarvi e godervi la vostra piscina!
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